consorzio per la valorizzazione delle sementi

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SEZIONE CONCIA DI QUALITÀ

Un nuovo standard per un seme di qualità superiore

La costituenda sezione «Qualità del seme» del Convase garantirà agli agricoltori una semente con performance superiori sotto tutti i punti di vista, tracciabilità compresa

di Lorenzo Andreotti

Il seme è il punto di partenza per la redditività delle colture cerealicole e merita, oltre a una concia di qualità, un processo produttivo che ne valorizzi tutte le potenzialità. Lo standard esistente sulla concia sementi previsto dalla normativa vigente è sicuramente già garanzia di qualità per gli agricoltori, ma Convase (Consorzio nazionale valorizzazione sementi) ha voluto elevarlo ulteriormente con una sezione specifica. Il presidente Eugenio Tassinari ci ha spiegato in cosa consiste questa evoluzione: «La sezione “Qualità della concia” del Convase si limita a garantire all’acquirente che su quella determinata semente è stata eseguita l’applicazione della dose “giusta” del conciante con una distribuzione uniforme sul seme. L’attività del Consorzio per questa sezione è disciplinata da uno specifico regolamento che attraverso campionamenti e analisi offre una garanzia all’acquirente della semente di “una buona concia”. Con la costituzione della nuova sezione “Qualità del seme” abbiamo fatto un passo in avanti, ponendo l’accento in particolare sulla qualità del seme, andando quindi ben oltre al solo aspetto legato alla concia. L’attività viene focalizzata nel valutare e promuovere la produzione degli associati per germinabilità, purezza e tracciabilità. Sono caratteristiche normate anch’esse dalla legge sementiera, ma sulle quali la stessa legge e i regolamenti applicativi lasciano abbondanti spazi di miglioramento».

Quindi oltre che il prodotto viene certificato anche il processo produttivo?

Sì, affianchiamo alla certificazione di prodotto, come previsto dalla normativa sementiera, anche la certificazione del processo produttivo per garantire un seme che rispecchi sempre la migliore qualità, innescando un processo di analisi continua per migliorarla.

È un passo avanti anche rispetto alle garanzie già offerte a chi compra seme certificato?

Il seme certificato dovrebbe già garantire al produttore agricolo un seme di qualità, ma purtroppo non sempre questa è la realtà. E proprio perché non sempre l’agricoltore ha riscontrato la dovuta qualità in un seme certificato, ha perso interesse e quindi la volontà di utilizzarlo. È l’autocontrollo richiesto alle aziende per rispondere al rigido regolamento interno a rappresentare una vera garanzia di qualità, oltre che di rispetto della normativa sementiera e di effettiva tracciabilità del seme.

Il tutto si traduce in un aggravio dei costi per la semente?

Non sempre far le cose per bene è sinonimo di maggior costo. Riteniamo che gli eventuali maggiori costi derivanti da una migliore accuratezza nell’attività di lavorazione e selezione delle produzioni negli stabilimenti saranno assorbiti e compensati dai maggiori volumi delle vendite che gli associati impegnati in questa nuova avventura sapranno realizzare, perché premiati a loro volta dai produttori agricoli.

Il nuovo standard è anche una garanzia ulteriore per i contratti di filiera del grano tenero e del grano duro?

Le «filiere» sono promosse e sostenute dal potenziale acquirente del prodotto, quindi l’industria, per garantirsi una specifica qualità e anche una precisa quantità di frumento. Questi risultati il produttore li può garantire solo se utilizza un seme, o meglio una varietà, che presenti le caratteristiche dovute e la qualità del seme è il fattore che determina la quantità. Ecco perché la filiera per avere successo non può prescindere da un seme di qualità.

Verrà applicato anche alle sementi biologiche?

Le aziende che già aderiscono e aderiranno in futuro alla nuova sezione «Qualità del seme» saranno chiamate ad applicare lo standard su tutta la loro produzione, quindi anche quella di seme bio, pur nella sua caratterizzazione e regole, sarà interessata a questo processo.

Un seme di maggiore qualità richiede anche un corretto investimento.

Assolutamente sì. La semina, sia di precisione, sia convenzionale, è un’operazione importantissima per anticipare l’efficacia degli interventi che seguiranno. Un errato investimento, troppo basso o troppo alto può contribuire a ridurre la produzione o determinare solo un aumento dei costi. Con l’adesione al progetto le aziende si impegnano a informare sui reali valori di germinabilità di ogni lotto, perché spesso sono sostanzialmente diversi dai minimi riportati sul cartellino. Dal sito del Convase sarà inoltre possibile ottenere queste informazioni che sono fondamentali per individuare il corretto investimento. Un ulteriore importante servizio che si potrà ottenere affidandosi esclusivamente alle aziende aderenti alla costituenda sezione «Qualità del seme».

Articolo estratto da: «L’Informatore Agrario» – Verona, XXVII-XXVIII (27-28), 2018.